domenica 31 maggio 2009

Vernissage "LIBEROLIBROESSEGI"


Group exhibition - Mostra collettiva
Accademie di Belle Arti di Bologna, Brera, Ravenna, Venezia e della Facoltà di Belle Arti – Università di Barcellona e in collaborazione con la casa editrice Essegi di Ravenna.
Progetto di Paola Babini e Patrizia Del Re.
Presentazione e catalogo a cura di Zoltan Somhegyi.

30 MAGGIO 2009 - Mercato centro culturale - ARGENTA










sabato 30 maggio 2009

"LIBEROLIBROESSEGI - Rielaborazione artistica del libro"



30 MAGGIO-15 GIUGNO

studenti delle Accademie di Belle Arti di Bologna, Brera, Ravenna, Venezia e della Facoltà di Belle Arti – Università di Barcellona e in collaborazione con la casa editrice Essegi di Ravenna.

Da un Progetto di Paola Babini e Patrizia Del Re.
Presentazione a cura di Zoltan Somhegyi



Vernissage: Sabato 30 Maggio 2009 ore 17.30

Mercato centro culturale
Piazza Marconi, 1 · Argenta (Fe) Italy


Group exhibition - Mostra collettiva

link:
http://www.portaleargenta.it/tempo_libero/eventi/mostre.php?idmostra=49

"Népszava" Article by Martos Gàbor (Corpo-Casa exhibition)

mercoledì 13 maggio 2009

Mostra "Corpo-Casa", sculture di Sara Berti all'Istituto Italiano di Cultura, 12 maggio 2009. Presentazione di Kurdy Fehér János



La mostra di Sara Berti, intitolata „Corpo-Casa” é un vero e proprio diario scultoreo. Sono pagine uniche, non vengono riprodotte in serie, quindi non esistono in copia. É un momento particolare, perché per la prima volta, e ancora, possiamo ammirare queste opere insieme, quindi vedere di che cosa e come Sara Berti parla attraverso queste opere. I singoli pezzi unificano l’immagine e la forma del Corpo, allo stesso tempo evocano in noi tutto il nostro immaginario e le nostre storie sul Corpo, su noi stessi, la nostra partenza dal Corpo, e il nostro ritorno in Esso. Il movimento. I nostri movimenti che hanno sempre una valenza di una determinata situazione di tempo, spazio, anima e intelletto. Ogni nostro movimento rappresenta queste cose, quando parte dal nostro interno, dal profondo dell’anima e del corpo, e arriva nello spazio, cioé in mezzo a noi, nell’alteritá, per comunicare qualcosa, il motivo per essersi staccato dalla quietudine, per comprendere qualcosa attraverso questo movimento, e infine per tornare nell’immobilitá. Nel movimento del distacco e ritorno dare un significato al mondo.
„Ció che é importante si fa corpo nel rapporto etico verso la realtá, in altre parole nel rapporto di vicinanza creato dalla sensualitá. É lí la vita.” – é una frase di Emanuel Lévinas, filosofo francese, che ha dedicato tutta la vita alla ricerca di quel fenomeno mondiale che noi chiamiamo Corpo. Il diario di Sara Berti quindi non é solamente un’espressione soggettiva e in tutti i suoi istanti sensuale: del Corpo, e dell’ego, bensí é un nuovo frammento contemporaneo di un lungo racconto, che ora si esibisce attraverso queste opere in mostra.
Il lungo racconto, a cui mi riferisco, narra il modo in cui l’uomo vive su questa terra, in questo modno. Non riusciamo ad identificare né la fine, né il punto di partenza di questa storia; le uniche conoscenze – o meglio intuizioni – che abbiamo riguardano quel filo sempre piú sottile del racconto che va a compiersi. Cosí „Corpo-Casa” é un fiume infinito in cui tanti si sono immersi, in tanti modi. Per fortuna abbiamo ereditato delle note su questi atti. In questo grande racconto il tempo e lo spazio esonera le regole della normalitá, ed emergono sempre nuove e diverse leggi, nonché punti di vista. Cosí accade che la massima di Platone „Il corpo é la prigione dell’anima” si intreccia con il pensiero opposto di Foucault „L’anima é la prigione del corpo”. La prima é la prigione che incatena l’uomo alla terra, l’altra al cielo. E questo non é altro che un sottilissimo filo del grande racconto. Una semplice onda di quel fiume infinito. Alla quale subito si avvicinano e si succedono altre onde: come puó essere identificato il tanto ricercato „IO”, e quindi: qual é il nostro rapporto con gli altri, in fondo: qual é il nostro rapporto con il potere, o l’amore; e arriva subito la terza onda che porta in groppa il narcisismo con lo sfrenato Dionisio, fuori di sé. Qui non ci si ferma, il fiume é inarrestabile, le onde ci coprono, quasi ci soffocano, a malapena riusciamo a respirare.
Allo stesso tempo il diario di Sara Berti é stato scritto con un bel respiro profondo.
L’artista é rimasta a lungo negli strati profondi del Corpo, e da lí, attraverso i vettori ritrovati é salita alle vette dell’animo, laddove l’aria comincia di nuovo a mancare, anzi dove vi sono forze che strangolano, e comunque tutto é rimasto unito, anzi, le pagine di questo diario di ricerca si sono riempite di note meteorologiche burrascose. Perché il flusso pieno di significato, scaturito dal Corpo, non finisce con la meteorologia descritta da Sara. Raggiunge noi, ci copre come una nuvola. Qui anche il flusso stesso é fluente. E noi ci precipitiamo verso le statue di Sara, per perderci in esse, e per trasformarci in delle frasi del grande racconto.
Ma, in fondo, queste statue sono immobili, quindi sono restive, o meglio ancora: sintetizzano, evocano, trasformano l’esperienza in un quasi oggetto materiale. Questo loro aspetto dimostra che l’artista ha trovato una forma che idoneamente contiene il racconto del Corpo e anima, o dell’IO e l’ALTRO, quindi sono nate delle affermazioni di sostanza, sostanze che non sfuggono peró mentre vogliono essere dimostrate. Il diario di Sara cosí ci parla di come possiamo ritrovare noi stessi nel movimento, cioé, ad esempio come possiamo spezzare quelle catene delle metafore delle prigioni.
Le opere di Corpo-Casa ci comunicano che il Corpo é lo strato primitivo della nascita del pensiero. Il corpo non é un qualcosa a sé stante, non é solitario o espulso, ma é immerso ed é comunitario, quindi non é stato „scritto” per un solo individuo, ma per tutti, anzi, ha una dimesione etica, ovvero, mentre ha la capacitá di comunicare, e quindi ci conduce ad altri, allo stesso tempo é dotato degli strumenti che possono mantenere le nostre auto-altitudini. Non ci perdiamo nell’Altro, non dobbiamo rinunciare a noi stessi, possiamo vivere mentre viviamo. Non é un risultato da poco, in una partita sempre piú sospesa. L’Io puó nascere in quell’arco che lo conduce all’Altro, e in questo cammino non si rovina, ma nemmeno distrugge. „L’incarnazione e l’Altro: queste due cose sono per i nostri contemporanei il labirinto della riflessione e della sensualitá” – dice Merleau-Ponty. Il diario di Sara é un diario di lavoro del 21-esimo secolo. Mentre le quotidiane immagini mediatiche ci presentano gli atti di come facciamo uso ed abuso del corpo, perdiamo il Corpo stesso. Calpestiamo la sua simbologia, sfruttiamo la sua socievolezza, lo usiamo per intero, o in parte, in uno spettacolo infernale, per esprimere una contemporanea percezione di vita. Spesso sembra che il criterio mediatico di esprimere significato espressivamente, sia linkato a terre popolate da cannibali. Sara ha creato i pezzi di Corpo-Casa in questo tumulto di immagini parallele. É tornata al grande racconto, che é pieno di energie, che peró sono sinergiche, quindi non autodistruttive. Il Corpo non é una bomba, un virus, un mutante, invece é Casa, contenitore, recipiente. L’arte di Sara Berti non é una critica urlata, é invece un diario scritto con riflessioni, apertura, e ricerca. Comunica la necessitá di vivere da qualche parte, in una Casa, narra questo rapporto a bassa voce che la dimensione ha stimolato a sconfinare, ma che il Corpo e corpi – che mantengono e proteggono – cercano, e ritrovano.

Kurdy Fehér János



Tisztelt Hölgyeim és Uraim!

Sara Berti „Corpo – Casa”, az Olasz Intézetben megtekinthető szobor együttese, valójában egy valóságos, jelen idejű szobrászati napló.
Egyedüli lapok, amelyek nem kerülnek szériában leöntésre, csak egyetlen példányban léteznek. Kivételes pillanat, hogy most először, és még egyben látjuk, amiről és ahogyan Sara Berti beszél ezekkel a szobrokkal. Az egyes darabok, melyek egyszerre kötik egységbe a test képet és formáját, felidézik a testről szóló fogalmainkat és történeteinket, az önmagunkból, testünkből való kiindulást és az ugyanoda való megérkezést. A mozgást. Mozgásainkat, amelyek mindig aktuális idő, tér, lelki és szellemi szituációval bírnak. Amelyet minden egyes mozdulat képvisel, ha elindul belülről, a lélek és a test mélyéről, és megérkezik a térbe, azaz közénk, az alteritásba, hogy közöljön valamit, amiért elszakadt a nyugalomtól, és felfogjon valamit a mozgás által, hogy visszatérjen a mozdulatlanságba. És az elszakadás és visszatérés mozgásában jelentést adjon és küldjön a világnak.
„A valósághoz való etikai viszonyulásban, más szóval az érzéki által létrehozott közelségi viszonyban ölt testet az, ami lényeges. Ott van az élet.” – írja Emanuel Lévinás francia filozófus, aki egész életművet szentelt annak a világjelenségnek, amit mi testnek nevezünk. Sara Berti naplója tehát nem pusztán egy minden mozzanatában érzéki, szubjektív megnyilvánulás a testről, és az egóról, hanem egy hosszú elbeszélés újabb kortárs részlete, amely ezzel a kiállítással most elénk tárul.
Az említett, a testről alakuló évezredes elbeszélés arról szól, miként lakozik az ember a világban. Ennek a történetnek sem a végpontját, sem pedig a kiinduló pontját nem tudjuk megadni, csak az elbeszélés kiteljesedő és elvékonyodó száláról van ismeretünk, vagy pontosabban, némi sejtésünk. A „Corpo – Casa” így egy végtelenített folyam, melyben a kultúra története során, sokan és sokféleképpen megmerítkeztek. Erről az aktusról, szerencsénkre feljegyzéseket is hagytak hátra. Ebben a nagy elbeszélésben az idő és a tér felmondja normalitásának szabályait, és minduntalan más és új törvények, és nézőpontok keverednek ki. Így fut bele Platón feljegyzése, miszerint ’A test a lélek börtöne’ Foucault azon megjegyzésébe, hogy ’A lélek a test börtöne’. Az egyik a Föld, a másik az Ég közelében szorongatja az embert, aki a két nagy szféra vonzásából, nem tud kitörni. És ez csak egy szál a nagy elbeszélésből. Csak egy hullám a nagy folyamból. Mert mellette rögtön jön a másik hullám, nevezetesen, hogy mivel azonosíthatjuk a sokat kutatott Én-t, (a testhez kötött, vagy azon túli régióban is van), vagy az, hogy miként viszonyulunk a másik emberhez, azaz végső soron olyan tulajdonságokhoz, emberi létesítményekhez, mint a hatalom, vagy épp a szeretetet, és már következik a harmadik hullám, amely a nárcizmust sodorja, a féktelen és őrjöngő Dionüszosszal. Itt a test körüli tér-időben nincs megállás, a hullámok elborítanak, alig-alig kapunk levegőt a zúduló jelentések közepette.
Sara Berti naplója azonban nagy levegővel íródott. Alkotója hosszan és kitartóan szemlélődött a testi mélyrétegekben, és az ott meglelt vektorok mentén a lelki magasra emelkedett, ahol szintén ritkás a levegő, sőt nagy és feszítő erők működnek. De mégis minden egyben maradt, sőt megtelhettek a Berti-kutatási napló lapjai viharos meteorológiai feljegyzésekkel. Mert a test által keltett jelentésdús áramlás a Sara által lejegyzett meteorológiával nem ér véget. Átcsap hozzánk, felhőbe borít. Itt maga az áramlás is áramlik. Így igyekszünk Sara Berti szobrai felé, hogy eltűnjünk bennük, átváltozzunk a nagy elbeszélés mondataivá.
Azonban a szobrok végső soron mozdulatlanok, és ezért ellenállnak, vagy még inkább: sűrítenek, felidéznek, és a tapasztalatot anyagszerűvé, tárgyszerűvé változtatják. Ez a tulajdonságuk is demonstrálja, hogy alkotójuk egy olyan formára lelt, amely tárolni tudja a test és a lélek, vagy épp az Én és a Másik elbeszélését, azaz lényegi kijelentések születtek, amelyeket nem sodor el az, amit megpillantani, megmutatni igyekeznek. Sara naplója így arról is beszél, miként lelhetünk magunkra a mozgásban, azaz például miként oldhatjuk fel az előbb felemlített, híressé lett test-lélek-börtön metaforákat.
A „Corpo – Casa” szobrai arról tudósítanak, hogy a test az értelemképződés ősrétege. És nem kiragadott, magányos és kitaszított, hanem belévetett és közösségi, így nem pusztán egyvalakinek íródott, hanem mindenkinek, sőt etikai dimenzióval bír, tehát miközben kommunikációképes, azaz másokhoz vezet, ugyanúgy az önmagasság megtartásának eszközrendszerével is rendelkezik. Nem veszünk el a Másikban, nem kell feladni önmagunkat, elevenek maradhatunk szellemileg, miközben élünk. Nem kis teljesítmény és eredmény egy minduntalan függővé váló játszmában. Megszülethet az Én abban az átívelésben, ami a Másikhoz vezeti, nem rongálódik el, de nem is pusztít. „Az inkarnáció és a másik: kortársaink számára ezek képezik a reflexió és az érzékiség labirintusát.” – írja Merleau-Ponty, a képek húsával foglalkozó másik bátor francia bölcselő.
Sara naplója 21. századi munkanapló. Miközben a testtel való élés és visszaélés aktusai töltik el a mindennapi mediális képáradatot, valójában a testet magát veszítjük el. Szimbolikáját letiporjuk, közvetlenségét kihasználjuk, egészében és részleteiben felhasználjuk egy kortárs életérzés kifejezésére törő, infernális előadásban. Sokszor úgy tűnik, hogy az expresszív jelentésadás mediális követelménye kannibálok lakta partokhoz linkelt. Sara ebben a parallel képi tumultusban alkotta meg a „Corpo – Casa” darabjait. Visszatért a nagy elbeszéléshez, amely maga is energiával telített, de nem önpusztító. A test nem bomba, nem vírus, nem mutáns, hanem inkább ház, tartály, és edény. Sara Berti művészete nem harsány kritika, hanem reflexiókban, kitárulkozásban, keresésben megírt napló. A lakozás szükségéről tudósít, arról a lehalkított viszonyról, amelyet a dimenzió átlépésekre ösztönzött, de megtartó, védelmező test és testek keresnek és találnak.

Kurdy Fehér János



Link, brochure:
http://www.iicbudapest.esteri.it/IIC_Budapest/webform/..%5C..%5CIICManager%5CUpload%5CDOC%5C%5CBudapest%5Cinvitook.pdf


Link, photos by Minyo:
http://www.photoblog.com/minyo/2009/05/12/


Link, photos by Milorad Krstic:
http://miloradkrstic.blogspot.com/

martedì 12 maggio 2009

"Corpo - Casa", Italian Culture Institute, Budapest


12 May 2009 – 6 June 2009

"CORPO - CASA"
Sculture di Sara Berti - Sara Berti szobrai

Vernissage: 12 May 2009, 18.00
Istituto Italiano di Cultura - Olasz Kultúrintézet
(Bródy Sándor u. 8., 1088 Budapest)

La mostra sarà inaugurata da - A kiállítást megnyítja:
KURDY FEHÉR JÁNOS scrittore - író



“La mostra raccoglie riflessioni scultoree sul Corpo inteso come una Casa-contenitore, intima e costante, nonostante le sue modificazioni biologiche, che accompagnano chi ne è compreso, ovvero l’Uomo, ovunque e per tutta la vita. E’ “La casa” dell’Io, concessa e costruita dalla natura. Corpo che è singolo e diverso sia per sesso che per caratteristiche particolari individuali, ma che allo stesso tempo è funzionalmente simile e ugualmente imprescindibile per tutti. Esso si rapporta sempre ad un luogo esterno in cui è immerso e con cui interagisce, luogo che è la “seconda casa” momentanea o duratura... e a cui probabilmente l’uomo contemporaneo deve necessariamente dare meno importanza.”
SARA BERTI


„A kiállítás szobrokban megvalósult gondolatok visszatükrözõdõ gyûjteménye a Testrõl, mint befogadó Házról, amely biológiai változásai ellenére mindig bensõséges
és állandó, mindenhová elkíséri a benne „lakót”, vagyis az Embert, egész élete folyamán. A test a természet által adományozott és épített „lakás” az Én számára. Az egyedi, megismételhetetlen test ugyan különbözõ nemek és egyéni jellemzõk tekintetében, viszont mûködését illetõen mégis hasonló, és mindenki számára egyformán nélkülözhetetlen. A test mindig egy külsõ helyhez viszonyul, amelyben éppen létezik és vele kölcsönhatásban van; a hely felfogható pillanatnyi vagy tartósan használt „második lakásként”... amelynek jobb lenne, ha a mai ember
kisebb fontosságot tulajdonítana.”
SARA BERTI


http://www.iicbudapest.esteri.it/IIC_Budapest/webform/SchedaEvento.aspx?id=372

martedì 5 maggio 2009

2009 Aspettando "Corpo-Casa"

Aspettando la mostra personale "Corpo-Casa"

HANNO SCRITTO DI LEI / RÓLA ÍRTÁK:

“Le sembianze umane sono scritture che paiono soddisfare l'esigenza di un allargamento della nozione realistica, ma senza compiacimenti mimetici. Abbandonate le forme decorative e superflue nonché taluni residui accademici - ormai metabolizzati da un pensiero che tende a smentire identità note -, il suo svolgersi è un attenersi ad un equilibrio simmetrico basato sulla consapevolezza di un segno che annulla ogni iperbole.”
Franco Basile
Giornalista e critico del Resto del Carlino di Bologna
(Catalogo “Liturgia segreta”, Bologna 2005)

„Az emberi kinézet ábrázolása kielégítőnek tűnik a realisztikus felé irányuló igény szempontjából, de az utánzás megelégedettsége nélkül. Elmaradnak a dekorációs és felesleges formák, eltűnnek egyes akadémikus vonások – immár feloldódtak az ismert azonosságok cáfolatára irányuló gondolatban – részarányos egyensúlyt tart, azon cél tudatosságára alapozva, amely minden túlzást eleve megsemmisít.”
Franco Basile
a bolognai Resto del Carlino újságírója és műkritikusa
„Liturgia segreta” című katalógus, Bologna 2005.)



“..E' molto giovane e proprio per ciò sa e sente, che tutto è permeato di energia vitale, di cui il centro è l’uomo stesso. Così il corpo è una membrana, che risuonando con le correnti del mondo quasi si fonde nel ritmo. Invece di chiudersi in sè stesso, il corpo, come uno strumente musicale, è ampiamente pronto a ricevere per poi riversare questa energia.
József Gaál
Pittore-scultore e docente della sezione di Pittura presso l’Università di Belle Arti di Budapest
(Catalogo“Corpo Pubblico-Corpo privato”, Budapest 2008)

“..Még nagyon fiatal, ezért is tudja és érzi, hogy mindent áthat az éltető energia, amelynek centruma maga az ember. Így a test olyan membrán, amely a világ áramlásaira rezonálva a ritmusban szinte eggyé olvad. A test mint hangszer, a bezárkózás helyett kitárva fogadja, majd kibocsátja az energiát.”
Gaál József
Festő-szobrász, a Magyar Képzőművészeti Egyetem tanára
(“Corpo Pubblico-Corpo privato” katalógus, Budapest 2008)


“La caratteristica principale delle figure in bronzo di Sara Berti è lo straordinario dinamismo, l’impeto che prende forma nella materia. Le piccole sculture – e anche la statua in bronzo alta 5 metri su base in travertino già collocata a a Ferrara – danno forma alla figura umana e al suo torso, fondendo il
senso della proporzione della scultura corporea rinascimentale con aspetti che ricordano Giacometti, quali la grazia e la frattura lasciata sulla superficie della scultura.Questa superficie della statua che incrina il piano in Sara Berti ci fa vedere le impronte delle dita dell’artista, le tracce della perscrutabilità nella creazione dell’opera scultorea, che preservano e mostrano le difficoltà, l’articolazione di questo processo, ma anche la leggerezza dinamica del risultato. Di conseguenza risulta evidente che in queste piccole e mature sculture siano immortalati l’attimo e la più perfetta individuazione del punto di gravità tesi a manifestarsi come le soluzioni di compiti scultorei”.
ANDREA MÁTHÉ – ESTETA 2008

“Sara Berti bronzfiguráinak elsõdleges jellemzõje a rendkívüli dinamizmus, az anyagba formált lendület. Kisplasztikái – és a Ferrarában már felállított, travertin posztamensen álló 5 méteres bronzszobra is – emberi alakot vagy torzóját formázzák, ötvözve a reneszánsz testszobrászat arányérzékét és a Giacomettire emlékeztetõ kecsességet, a plasztika felületén (meg)hagyott fraktúrát. Ez a síkot megtörõ szoborfelület Sara Bertinél kifejezetten és hangsúlyosan az alkotó ujjlenyomatait,
a szoborteremtésbe pillanthatóság nyomait láttatják, amelyek õrzik és megmutatják magának a folyamatnak a nehézségeit, összetettségét, de az eredmény mozgalmas könnyedségét is. Mindebbõl következõen láthatóan a pillanat megragadása és a gravitációs pont legtökéletesebb megtalálása az,amely szobrászi feladat megoldásaként megjelenik ezeken a kiforrott kis méretû szobrokon.”
MÁTHÉ ANDREA – ESZTÉTA 2008

“Nelle figure longilinee e apparentemente incompiute di Sara Berti si percepiscono il rivivere delle tradizioni italiane della grande e piccola scultura, dalle piccole figure sarde dell’epoca del bronzo fino a Giacometti. (...) Il medium di ogni messaggio artistico di Sara Berti è rappresentato dal corpo umano, e questo messaggio è qualcosa di molto arcaico, aperto alla vita ed esaltante, come forse viene espresso nel modo più diretto nell’uccello fenicio della scultura “Rinascita.”
ATTILA TASNÁDY S. – STORICO D’ARTE 2008

“Sara Berti nyúlánk, befejezetlenséget sejtetõ figuráin érzõdik az itáliai kis- és nagyszobrászat hagyományainak átélése a bronzkori szardíniai figurináktól Giacomettiig. (...) Sara Berti minden mûvészi üzenetének médiuma az emberi test, ez az üzenet pedig valami nagyon õsi, életigenlõ és felemelõ, amit talán az Újjászületés-szobor fõnixmadara fejez ki a legközvetlenebb módon.”
TASNÁDY S. ATTILA – MÛVÉSZETTÖRTÉNÉSZ 2008

“Il tema centrale che attraversa i vari generi in Sara Berti è il corpo umano, e più precisamente il torso. Nei suoi disegni, accanto alla leggerezza dei gesti buttati lì spontaneamente, ma con decisione, e dei frammenti di figure disegnati con slancio, domina la presenza di linee di forza così fondamentalmente dinamiche e tese per la prova scultorea. Sara è un’artista rispettosa delle tradizioni e fedele ad esse, che, sia nella tematica che nella realizzazione ha trovato modelli viventi in singoli rappresentanti del modernismo classico, come per esempio nei vigorosi torsi di Rodin. Talvolta può sembrare che ella sia attratta dal classicismo essenziale e sincero e dal modo di pensare umanista del Quattrocento italiano, a quel momento arcadico forse mai esistito, dove il corpo e l’anima si erano fusi totalmente in un unico armonico...”
NOÉMI SZABÓ – STORICA D’ARTE 2008

„Sara Berti mûfajokon átívelõ központi témája az emberi test, pontosabban a torzó. Rajzain a spontánul, de határozottan odavetett gesztusok és egy lendülettel megrajzolt kontúros figura fragmentumok könnyedsége mellett a szobrászi vizsgálódás számára oly lényeges dinamikai, feszülõ erõvonalak jelenléte dominál. Sara a hagyományokat tiszteletben tartó és azokhoz ragaszkodó mûvész, aki tematikában és megvalósításban a klasszikus modernizmus egyes képviselõiben, például Rodin erõteljes torzóiban találta meg elõképét. Olykor úgy tûnhet, hogy az itáliai quattrocento letisztult és õszinte klasszicizmusához és humanista gondolkodásmódjához vonzódik, ahhoz a talán sosemvolt árkádiai pillanathoz, ahol a test és a lélek tökéletesen harmonikus egységben olvadt össze…”
SZABÓ NOÉMI – MÛVÉSZETTÖRTÉNÉSZ 2008

lunedì 4 maggio 2009

2009 „Ütött a Zöld Óra”, SPIRITUSZ Galéria, Budapest





"IL RINTOCCO DELL'ORA VERDE"
"ÜTÖTT A ZÖLD ÓRA"


4 MAGGIO - 18 MAGGIO
4 MAY - 18 MAY

SPIRITUSZ Galéria, Budapest
Madách Imre út 3.

http://www.spiritusz-galeria.hu/index.php


Collective exhibition.